http://opinione.it/cultura/2016/04/20/dalessandri_cultura-20-04/
Julián e Tomás si conoscono da una vita. Non potrebbero essere più diversi: bohémien e sciupafemmine il primo, mite e responsabile il secondo. Julián è un argentino trasferitosi da anni nella capitale spagnola. È un attore di teatro. Separato, padre di un figlio ormai ventenne che vive e studia ad Amsterdam, condivide la propria esistenza con il suo inseparabile compagno di vita, il placido cagnone Truman. Al contrario, Tomás è madrileno di nascita ma canadese di adozione, Paese in cui si è trasferito a seguito di un dottorato, dove insegna all’università e ha messo su famiglia. I due non si vedono da anni, ma il loro è un legame senza tempo, inossidabile anche di fronte a tanta distanza.
Quando Tomás viene infatti informato dalla sorella di Julián delle sue peggiorate – e ormai terminali condizioni di salute, dovute alle diffuse metastasi di un tumore ai polmoni – decide di tornare nella vecchia Europa per far visita all’amico e trascorrere con lui qualche giorno, immaginando che la sua presenza possa essergli di aiuto. Carico di pathos – Julián si ritrova ad accompagnare l’amico in ospedale per comunicare all’oncologo la volontà di interrompere le terapie, che sarebbero comunque inefficaci, e finanche a programmare i dettagli del suo funerale e della sua sepoltura – viene raccontato con garbata ironia, eccezionale humour capace di far sorridere seppure tra qualche inevitabile lacrima.
Con la delicatezza che gli è propria, Tomás accompagna Julián ad organizzare nei dettagli il proprio breve futuro, cercando al tempo stesso di convincerlo a non prendere decisioni affrettate, ma finendo infine per arrendersi al lucido e determinato volere dell’amico. L’unica reale preoccupazione di Julián è con chi lasciare l’adorato Truman quando lui non potrà più occuparsene. Dal canto suo, il bullmastiff, un cagnone grande ma arrendevole, con i suoi sguardi malinconici sembra comprendere fino in fondo il momento di difficoltà del suo padrone e finanche l’ipotesi di una adozione cui Julián si sente costretto a provvedere.
Un film certamente difficile per le tematiche che propone allo spettatore: la malattia incurabile, lo spettro della falciatrice che porterà via con sé un uomo ancora giovane, il dolore dato da un congedo precoce ed inevitabile. Tuttavia i giorni in cui Tomás si tratterrà a Madrid trascorreranno all’insegna della leggerezza e del divertimento sotto lo sguardo vigile di Truman, cui è dedicato l’ultimo sguardo e l’ultimo saluto. Divertente e commovente, da suggerire soprattutto a chi ama gli amici a quattro zampe!
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