Uscito a fine agosto 2019 con Garzanti, “Germaine Johnson odia il martedì” (320pp, 17,90 Euro) di Katherine Collette è una romance che ruota tutto attorno alla figura della protagonista, Germaine, guidata da eccessiva razionalità che la porta a tradurre ogni cosa in variabili, grafici e tabelle. Il suo è un modo per controllare tutto, ma a questa stretta maglia sfuggono le emozioni.
“Se c’è una cosa in cui sono brava è nascondere le mie emozioni. La maggior parte delle persone non sa che ne ho”.
Molto concentrata sul lavoro, ambiziosa e sicura di avere capacità tali da renderla unica e indispensabile, dopo anni in una società assicurativa – con compiti di responsabilità e molto vicina al capo – Germaine, è certa di meritarsi la promozione che attende da tempo. Quando la sua aspettativa viene ancora una volta delusa, la sua reazione eccessiva le fa perdere il lavoro. Si ritrova così, trentasettenne, disoccupata e sola. Sua cugina l’aiuterà ad avere un impiego in comune, al telefono amico per la terza età. E’ così che inizia questa nuova sfida per Germaine, che, del tutto incapace di provare empatia, si ritrova, infastidita, al telefono con anziani che pongono domande inconsistenti – forse solo bisognosi di un po’ di compagnia. Germaine ancora una volta considera tutto in termini di ottimizzazione: grafici, statistiche, carriera.
Il suo desiderio di eccellere la rende distante e scostante rispetto ai colleghi che cercano di coinvolgerla nella vita dentro e fuori l’ufficio. La sua determinazione le consentirà tuttavia di avvicinarsi alla sindaca che le chiederà di occuparsi personalmente del centro anziani, obbligandola ad entrare in relazione con molti di coloro con i quali si era intrattenuta al telefono amico.
Il giorno che Germaine odia di più è il martedì, appuntamento settimanale in mensa per i biscotti, distribuiti gratuitamente, e giorno di riunioni al centro anziani.
Quando tuttavia la sindaca deciderà di chiudere il centro per consentire l’ampliamento al vicino golf club, Germaine sarà costretta a confrontarsi con una parte di sé che ha tenuto a lungo relegata in un angolo: i sentimenti.
Il romanzo della Collette è una lettura piacevole che accompagna il lettore attraverso questo graduale percorso di trasformazione della protagonista, anche se manca di originalità risultando alquanto prevedibile. La protagonista è scandagliata con accuratezza, anche se la sua figura stenta a suscitare empatia, lasciando in fondo il lettore distaccato e a tratti infastidito.
Rispondi