Con una rilettura in chiave moderna della Bella addormentata nel Bosco, Giorgio Nisini, in libreria con Harper Collins dal 7 febbraio con ‘Aurora’, regala al lettore una fiaba nera piena di suspence, con un sorprendente coup de théâtre, in cui non esiste lieto fine.
Tra la Capitale e l’alto Lazio viveva una famiglia aristocratica: gli Orsini Giannotti. Il marito, Stefano, guidava l’azienda di famiglia, la Fulgor, una fabbrica di lampadine creata dal nonno Umberto negli anni ’20 del Novecento. La moglie di Stefano, Carola, aveva seguito il marito nella grande villa restaurata nei pressi del lago di Bolsena, dove, dopo tanto affanno, erano riusciti a concepire Aurora. Una famiglia, quella degli Orsini Giannotti, benestante, invidiata, e all’apparenza perfetta. Ma alla vigilia del 16esimo compleanno della ragazza, Stefano, in trasferta per lavoro a Francoforte, ricevette una strana telefonata a tarda sera da una donna che, tirando in ballo una presunta offesa ricevuta anni prima proprio da Stefano, gli ricordava una promessa fattagli – inquietante e minacciosa – quando sua figlia era ancora una bambina: “Vi prometto che dormirà bene anche quando diventerà donna”.
“L’episodio risaliva a molti anni prima, quando Stefano era ancora un bambino. Il telefono aveva iniziato a squillare nel cuore della notte e lo aveva svegliato all’improvviso. Ripensare a quel momento gli aveva sempre procurato una sensazione di paura, ma non sapeva dire esattamente il perché – in fondo non ricordava nulla degli istanti successivi, a parte l’immagine di sé stesso che si nascondeva spaventato sotto le coperte, un tramestio di passi lungo il corridoio seguito da un parlottare concitato tra suo padre e sua madre”.
All’ indomani della telefonata ricevuta da Stefano, Aurora, dopo la cena con gli amici, incontrò nel bosco, risoluta a concedersi, il ragazzo che le piaceva da tempo. Ma dopo aver fatto l’amore per la prima volta, Aurora cadde in un sonno profondo: in pratica un coma, nonostante i parametri vitali fossero ottimali.
L’accaduto gettò i genitori nella disperazione, ma Stefano e Carola reagirono al dolore in modo diametralmente opposto: Stefano ripensando alla telefonata ricevuta a tarda notte, cercando di risalire all’identità della donna al telefono – e alla sua velata minaccia – e interrogandosi circa l’esistenza di una maledizione a carico della sua famiglia, mentre sua moglie, uscendo quasi di senno, affidandosi alla preghiera – creando un altarino nel salone – e quindi alla superstizione, trascinando anche Stefano da un paragnosta del posto.
Giorgio Nisini con “Aurora”, in libreria con Harper Collins dal 7 febbraio (319pp, 19Euro) – reinterpreta la Bella Addormentata nel bosco in chiave contemporanea, fondendo il tono classico delle favole di Perrault e dei fratelli Grimm con le tradizioni più nere del Perceforest e di Giambattista Basile.
Il risultato è un romanzo avvincente, sorprendente, pieno di suspence che gioca con la tradizione trasportandola nel presente e nel futuro, aprendo squarci di senso sul mondo contemporaneo e ricordando il valore eterno delle grandi storie, indagando le paure ancestrali di ciascuno, in un racconto senza scampo, che non prevede lieto fine, ma un sorprendente coup de théâtre.
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