Un parcheggio abbandonato. Due roulotte fatiscenti e una macchina divelta e semi bruciata. In questo scenario post atomico abitano quattro strani figuri: tre fratelli e un arabo. Una roulotte è occupata dai tre: un ex prete nichilista e depresso, Caio, il sordomuto, razzista, Achille e la loro sorella Olga, orba ed obesa, desiderosa di un figlio. Di fronte “alloggia” Mezzaluna (fidanzato di Olga) arabo moderato (nonostante diverse ambizioni paterne) in attesa di documenti regolari. Di giorno seppellisce rifiuti tossici per un’organizzazione malavitosa, la notte fa l’ambulante.
La convivenza non è semplice. A rendere più ardua la situazione è la carenza di acqua (e di cibo). Da ormai dieci anni l’acqua è astata privatizzata e ogni sorgente è sorvegliata da guardie armate del governo. Il mondo è spaccato in due parti: poveri e ricchi non si incontrano nemmeno più, proprio come accadeva nella serie tv francese del 2015 – purtroppo non distribuita in Italia – Trepalium. I più abbienti vivono esistenze comode nella zona recintata – protetta da filo spinato e guardie armate – mentre la povertà si coagula lontano dalla loro vista e dalle loro fastose abitazioni – come nel vecchio parcheggio abbandonato, a ridosso del cimitero, dove si vive alla giornata, di espedienti.
Alla “comunità”, già logorata da conflitti razziali ed interpersonali per la sopravvivenza, un giorno approda Aldo, pubblicitario borghese finito per strada a causa di un rapporto extraconiugale con una giovinetta, cui Caio “affitterà” l’auto, come fosse una stanza d’albergo. A sconvolgere ancor di più gli equilibri del gruppo sarà Nina, una ragazza ribelle e molto particolare, incrocio tra una medium e una pazza, capace di avanzare un’idea che cambierebbe le sorti di questo gruppo al collasso.
Dopo il successo di Thanks for Vaselina e Animali da Bar, il collettivo Carrozzeria Orfeo – composto da Angela Ciaburri, Alessandro Federico, Pier Luigi Pasino, Beatriche Schiros, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi – drammaturgia e regia di Gabriele Di Luca, Setti e Tedeschi – è tornato a calcare la scena del Piccolo Eliseo dal 10 al 28 gennaio conCous Cous Klan.
Uno spettacolo comico ed amaro al contempo, che mette in luce le nevrosi e le debolezze di personaggi alla deriva, privi di amore e di speranza. Dialoghi spinti all’eccesso evidenziano gli aspetti tragicomici di esistenze al contempo comiche e commoventi. Un mix di generi, capace di fondere tragicità e ironia, banale e sublime.
Uno spettacolo pungente, con un ritmo incalzante, violento, divertente, amaro. In una parola, irrinunciabile.
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