“I have been travelling since I was born, seen so many countries, witnessed so many experiences that opened my mind, in a sort of odd way, I have become a different person, detached from the microcosm, the city I live in, the burden carried, is much heavier and most of the times, difficult to describe to whom hasn’t seen the outside world.”
“The last Waltz on Earth” di Orsetta Lopane – interprete per professione e globetrotter per passione, nonché curatrice del blog www.thechignontravel.com – uscito lo scorso 8 marzo, edito da Lulu (pp.106, 10Euro), al momento disponibile nella sola versione inglese, è una piacevole scoperta.
Il viaggio è certamente il filo conduttore della narrazione che si snoda attraverso gli 11 capitoli che compongono il libro – ciascuno dei quali a sé stante.
E’ così che l’autrice ci catapulta dapprima tra le strade sudicie, polverose e colorate dell’India, per poi accompagnarci in Bhutan “Un piccolo paese senza sbocco sul mare incastonato nell’Himalaya tra l’India e la Cina, il Bhutan è caratterizzato da ripide montagne e profonde vallate, che hanno portato a modelli di insediamento sparsi. Il paese è famoso per la sua filosofia unica – il ‘Gross National Happiness (GNH)’ – che guida il suo sviluppo”. Il viaggio prosegue a Capo Nord – un luogo singolare, dove in estate il sole non tramonta mai – quindi nella costa meridionale dello Sri Lanka, per assistere al passaggio della balena azzurra, e poi a Lourdes – tra i tanti accorsi a chiedere una grazie –, quindi nel Regno Unito, e di nuovo in India, nell’orfanotrofio di Madre Teresa…
Il libro della Lopane è tuttavia molto più che un semplice ‘racconto di viaggio’.
Se, da una parte, gli scenari meravigliosi a cui ha avuto la fortuna di assistere, e che sono descritti magistralmente in questo libro, sono accompagnati da approfondimenti utili a comprendere meglio le tradizioni, gli usi e i costumi dei luoghi visitati, dall’altra, il libro è denso di riflessioni sul senso della vita e del viaggiare. Quest’ultimo, inteso come processo di crescita, cambiamento e arricchimento continuo. L’autrice – vegetariana – non tralascia, tra l’altro, di soffermarsi sui tanti temi che affliggono il nostro tempo: dal surriscaldamento globale – dovuto al cambiamento climatico – agli allevamenti intensivi, all’eccessivo uso della plastica – che mette a repentaglio la vita di migliaia di specie che popolano i mari – alla deforestazione; invitandoci, sommessamente, e velatamente, a riflettere sulla precarietà, sulla sostenibilità, del nostro modello di sviluppo e sulla sua capacità di assicurare il perpetrarsi di realtà così uniche e così diverse.
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