Dopo la quadrilogia dell’ “Amica Geniale”, un successo letterario senza precedenti, tradotto in 50 lingue, con oltre 12 milioni di copie vendute nel mondo, da cui è stata realizzata una serie tv frutto della partnership di Hbo con Rai, Elena Ferrante – o meglio, chi si nasconde dietro questo nome continuando a celare la propria identità – è tornata in libreria lo scorso 7 novembre con un nuovo appassionante romanzo, “La vita bugiarda degli adulti”, edizioni e/o.
Ancora una volta ambientato a Napoli, il nuovo romanzo porta con sé l’eco proprio del suo primo libro, l’Amica Geniale, anche se questa volta ci si trova in una casa borghese del Rione Alto di una coppia di ‘intellettuali di sinistra’ all’inizio degli anni ’90. Giovanna ha 12 anni, va bene a scuola ed è legata a due carissime amiche, le sorelle Angela e Ida, figlie di una coppia di amici di famiglia, Costanza e Mariano. Tutto sembra scorrere secondo ‘le regole’, fin quando un giorno sente distrattamente una discussione tra i suoi genitori, al termine della quale suo padre Andrea dice alla moglie Nella che la figlia sta diventando molto brutta, con un viso che ricorda sempre più quello di sua sorella Vittoria. E’ questo l’incipit di una storia che si snoda tra la Napoli del Vomero e i quartieri periferici, della zona industriale, tra la sua famiglia ‘perbene’ e la zia Vittoria, una donna dura, verace, sboccata, che ‘fa i servizi’ in casa dei signori, una donna che non si è emancipata studiando, come ha fatto il fratello. Ed è proprio dall’incontro con la zia Vittoria, questa figura ‘abietta’ agli occhi del padre, una zitella ancora innamorata di Enzo – un uomo sposato con tre figli, morto da anni – di cui ancora frequenta assiduamente la famiglia, quasi una ‘madre vicaria’ per Tonino, Giuliana e Corrado, che Giovanna finirà in un intreccio di storie e personaggi, mentre la sua vita, tra alti e bassi, prende inesorabilmente un’altra piega.
Alla ricerca di un equilibrio tra questi due mondi così confliggenti, mentre la sua famiglia si sgretola tra le bugie dei genitori che piano piano vengono a galla, Giovanna cerca la sua strada verso l’età adulta. Ed è in questo viaggio che scoprirà quanto la Napoli borghese del Vomero, di quegli adulti intellettuali invero nasconda un altro volto, falso e volgare, di quanto gli adulti mentano, soprattutto quando dicono di volerti bene e di quanto il sesso sia molto diverso da quel che le è stato raccontato. Questo viaggio tra i 12 e i 16 anni della protagonista, puntellato di incertezze, fragilità, cadute e risalite tipiche di quell’età di transizione – la bocciatura a scuola, quindi un rinnovato interesse verso lo studio – è un percorso che insegna a Giovanna a rimanere a galla, nonostante tutto.
Ancora una volta un romanzo potente, con una voce narrante, quella di Giovanna, che ci porta avanti e indietro nella narrazione, alla sua infanzia costellata di visite ai ‘nonni del Museo’, i parenti materni, e finanche alla giovinezza dei suoi genitori, allora felici, di cui restano solo alcune foto sbiadite in una scatola di latta.
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